Categoria: Approfondimenti e curiosità

IL PRIMO AUTOVEICOLO ELETTRICO ITALIANO È STATO PROGETTATO E COSTRUITO NEL 1890 IN GARFAGNANA

In occasione del passaggio della carovana di Juppiter a Castelnuovo di Garfagnana abbiamo potuto scoprire l’esistenza del primo veicolo elettrico italiano, costruito nel 1890 e brevettato l’anno successivo

25 giugno 2025

di Redazione

La prima auto elettrica italiana è nata nel 1890 ed è stata brevettata l’anno successivo in Garfagnana. Una mostra permanente consente di vedere tale vettura, creata dal conte Giuseppe Carli, ricostruita sui disegni originali dagli studenti dell’Isi. Un pezzo del nostro passato, ma che sa molto di futuro. Il locale Lions Club ha voluto valorizzare una delle eccellenze del territorio con l’esposizione del veicolo, costruito dai ragazzi dell’Isi Simoni di Castelnuovo seguendo i progetti originali, in un fondo sfitto situato nel centro storico, in via Fulvio Testi davanti al Loggiato Porta. A Maurizio Donati, Presidente dell’associazione “Antiche Ruote”, si devono il ritrovamento dei progetti di Carli e l’idea della ricostruzione. Il triciclo venne progettato e realizzato dal conte Giuseppe Carli e dal suo fedele collaboratore Francesco Boggio. Funzionante con un motore a batteria, fu la prima auto elettrica italiana. Carli e Boggio ne avrebbero voluto sperimentare tutte le potenzialità alla Parigi-Rouen, la prima corsa automobilistica del mondo in programma il 22 luglio 1894 a cui si iscrissero ben 102 partecipanti. Tra loro un solo italiano, anzi, garfagnino: appunto il conte Carli. Avevano pensato il triciclo per quella gara, dove volevano dimostrare che il motore elettrico non aveva niente da invidiare, quanto a prestazioni, al motore a scoppio. I loro sogni si fermarono però alla dogana francese: intoppi burocratici impedirono di arrivare a Parigi e di prendere parte alla corsa. Per l’imprenditore fu l’inizio di una fase discendente che lo portò al fallimento nel giro di pochi anni, e all’abbandono della sua terra natale. Morì nel 1913 a Livorno, città della moglie, dove si era trasferito. Dimenticato per decenni, è stata l’associazione “Antiche ruote” a ricostruirne la memoria, compresi i numerosi interventi innovativi fatti per l’industrializzazione della Garfagnana. Il triciclo elettrico è stato ricostruito nel 2017 dagli studenti dell’Isi sulla base dei disegni originali di Carli, di proprietà dell’associazione. A grandezza naturale e perfettamente funzionante, è stato ospitato in diverse mostre toscane, oltreché nella sede del Consiglio regionale e al Lingotto di Torino e in varie trasmissioni televisive nazionali.

PRIMO MAGGIO FESTA DEI LAVORATORI

Auguri a tutti coloro che, in divisa o non, hanno dedicato la loro vita al lavoro e alla sicurezza legata allo stesso.

Il lavoro non è solo un mezzo di sostentamento, ma è la dignità dell’uomo. Servire gli altri con il proprio lavoro è la cosa più alta e nobile che possa esistere.

1 maggio, ecco l’origine e la storia della Festa dei lavoratori

Come nasce la Festa dei Lavoratori
L’idea nacque in Francia il 20 luglio 1889, quando alcuni partiti proclamarono una grande manifestazione per ridurre la giornata lavorativa a otto ore. Ancora prima, nel 1855 in Australia, era stato coniato il motto ‘Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire’, uno slogan condiviso dai movimenti dei lavoratori di tutto il mondo che fu la scintilla per le rivendicazioni sindacali e la ricerca di un giorno, il primo maggio, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per affermare i propri diritti.
Ma perché proprio quella data? Fu una scelta simbolica, per ricordare il 1° maggio 1886, quando fu indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti per ridurre la giornata lavorativa a otto ore. La protesta durò tre giorni e culminò, il 4 maggio, col massacro di piazza Haymarket a Chicago, quando uno sconosciuto lanciò una bomba su un gruppo di poliziotti uccidendone sette, insieme a quattro civili. Quella manifestazione divenne il simbolo delle rivendicazioni degli operai di tutto il continente che, in quegli anni, lottavano per avere diritti e condizioni di lavoro migliori. A Parigi, il primo maggio del 1890, ci fu la prima manifestazione internazionale, dove si registrò un’altissima adesione. Da quel momento, la data divenne festa nazionale in molti Paesi, tranne che negli Stati Uniti, dove il Labor Day (Festa del lavoro) si festeggia il primo lunedì di settembre.
In molti Paesi d’Europa la festività del primo maggio fu adottata nel 1889, in Italia due anni dopo. Anche nel nostro Paese, però, questa festività ha trovato filo da torcere. In epoca fascista, per esempio, tra il 1924 e il 1944 la festa del lavoro fu anticipata al 21 aprile in coincidenza con il Natale di Roma, prendendo il nome di Natale di Roma, Festa del lavoro. Nel 1947 tornò a essere festeggiata il primo maggio e proprio quell’anno, a Portella della Ginestra, in Sicilia, durante la manifestazione furono uccise 11 persone in una sparatoria organizzata dalla banda del mafioso Salvatore Giuliano. Una curiosità: dal 1990 a Roma viene festeggiato con un ‘concertone’, una maratona musicale con importanti cantanti. Il concerto del Primo maggio a Roma è l’occasione per tanti giovani e non solo di ritrovarsi ascoltando buona musica e condividendo i valori dei lavoratori di ieri e di oggi, per non dimenticare che bisogna sempre battersi per i propri diritti, e anche per quelli di chi ha meno voce.
Nell’immagine: Portella della Ginestra, la lapide in ricordo della strage di lavoratori del 1 maggio 1947 in una sparatoria organizzata dalla banda del mafioso Salvatore Giuliano

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